Psicologia con animali

Ognuno di noi è un genio. ma se si giudica un pesce dalla sua abilità di arrampicarsi sugli alberi, lui passerà tutta la sua vita a credersi stupido

Albert Einstein

Cos'è la pet therapy

Il termine pet therapy è stato coniato per la prima volta nel 1964 dallo psichiatra infantile Boris M. Levinson che, durante una seduta con un bambino affetto da autismo, aveva notato un suo particolare interesse verso il suo cane.

Da quella prima intuizione sviluppò, negli anni successivi, l’idea dell’animale come facilitatore del percorso terapeutico.

L’animale ha una buona capacità di facilitare i rapporti interattivi perché agisce a livello istintuale e pertanto  non mette in atto meccanismi psicologici difensivi quali la negazione o la falsificazione ma propone sempre con il mondo rapporti diretti, veri e lineari .

Inoltre è sociale e spontaneo nel contatto fisico.

Questa spontaneità nelle interazioni fisiche favorisce ed aumenta le stimolazioni dei sensi.

Non dimentichiamo che Pet in inglese significa qualcosa di morbido da accarezzare e pertanto l’animale è una buona fonte addizionale di intimità e calore.

Fino a quando non hai amato un animale,
una parte della tua anima sarà sempre senza luce.

Anatole France

I benefici degli Interventi Assistiti con gli Animali

Sono moltissimi i benefici che apporta la pet therapy, in particolare:

Gli occhi di un animale hanno il potere di parlare un grande linguaggio.

Martin Buber

Perché un progetto di prevenzione dell’ansia negli anziani.

Molti dei benefici sopra citati sarebbero ancora più significativi per gli anziani ricoverati in strutture residenziali

Gli Interventi Assistiti con Animali contrastano la sensazione di solitudine che accompagna la persona anziana ricoverata, riducono l’ansia e la depressione, favoriscono la percezione di benessere e di buon umore, in un ambiente ed in una fase della loro vita nei quali prevalgono vissuti di malattia, di dipendenza, di morte.

L’interazione con un animale offre occasioni di stimolazione sensoriale ed esercita un’azione positiva anche sulla memoria, sollecitando nell’anziano il riemergere di memorie del passato.

Per un ricoverato, soprattutto se gravemente dipendente, può inoltre essere molto gratificante recuperare la sensazione della responsabilità nei confronti di un altro essere vivente, potersi occupare di lui, poterlo e doverlo curare, anziché essere e sentirsi oggetto di cura.

La presenza di un animale in un contesto medicalizzato interrompe la routine quotidiana, favorisce la socializzazione, sollecita la creatività, la curiosità e la capacità di osservazione, stimola la comunicazione verbale e non verbale.

Il “colloquio”con l’animale è tra l’altro più semplice, libero da conflitti, facile anche per l’anziano ammalato o affetto da disabilità fisica o psichica, che gli si può accostare senza timore di essere giudicato o di rappresentare per lui un peso.

Gli animali si accostano alle persone senza pregiudizi, non riconoscono la disabilità e non discriminano nei confronti di coloro che hanno oggettivamente minori livelli funzionali; le loro espressioni d’affetto non sono gravate da condizionamenti, e ciò aiuta la persona a prendere sicurezza in se stessa, accettando anche le proprie limitazioni, e ad entrare in contatto con gli altri in modo naturale, senza obblighi e restrizione.   

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